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Chiesa di San Marciano

La Basilica di San Marco Galileo ad Atina: storia, ritrovamenti e restauri

Secondo la tradizione, sotto l’imperatore Domiziano (81-96 d.C.), nei pressi della periferia settentrionale di Atina, fu martirizzato San Marco Galileo, uno dei discepoli dell’apostolo Pietro. Quest’ultimo lo avrebbe consacrato vescovo, affidandogli l’evangelizzazione di alcune regioni d’Italia. San Marco diffuse il cristianesimo nella Marsica, nel Basso Lazio e in diverse aree della Campania.

Dopo la liberalizzazione del cristianesimo con l’editto di Costantino nel IV secolo, sul luogo del martirio venne edificata una prima basilica, dove il corpo del santo fu deposto sotto l’altare maggiore. Questa chiesa, intitolata a Santa Maria e San Marco, fu sede vescovile fino al 627.

Nel corso dei secoli, la basilica subì numerosi danni e restauri. Nell’XI secolo, dopo il ritrovamento delle reliquie di San Marco Vescovo, il Vescovo Leone ne promosse la ricostruzione. Il primo documento che la cita con il titolo di San Marciano risale al 1056.

Scoperte archeologiche e restauri recenti

Durante i restauri del 2012-2013, sotto il pavimento dell’attuale edificio, sono state rinvenute 23 sepolture di epoca paleocristiana, risalenti alla tarda età costantiniana. Alcune di esse sono oggi visibili.

Tra queste, la tomba n. 15 si distingue per la sua posizione centrale rispetto alla chiesa e per la raffinata decorazione con motivi floreali tipici dell’iconografia cristiana del IV secolo. Questo suggerisce che la basilica sia stata costruita poco dopo l’istituzione del sepolcreto.

L’ultimo restauro ha inoltre riportato alla luce la copertura a capriate lignee, tipica dell’architettura romanica dell’XI secolo.

Visita la Basilica di San Marco Galileo ad Atina

Oggi la basilica rappresenta un’importante testimonianza della cristianizzazione del Lazio meridionale e della sua lunga storia religiosa. Un luogo da visitare per gli appassionati di storia, arte sacra e archeologia.