Citato nella Tavola Peutingeriana con il nome di Melfel, nasce ai piedi del Monte Meta e del Monte Petroso, dove mille sorgenti di acque chiare e fresche, sotto faggi secolari, confluiscono nella Valle di Canneto, nel Comune di Settefrati.
Terra di raduni di antichi popoli italici (Volsci, Sanniti, Marsi e Peligni), che qui avevano un tempio dedicato alla dea Mefite (VI/V sec. a.C.), poi è divenuta luogo di pellegrinaggi alla Madonna Nera (oggi basilica-santuario di Maria SS), che ha soppiantato l’antico culto pagano a partire dall’VIII sec. d.C.
Il Melfa è ricordato da Strabone (Geografia, V,3,9)
che lo definisce “grande fiume”
vicino alla grande città di Aquino
Da lì precipita, formando centinaia di cascatelle e gorghi, di color verde smeraldo e zaffiro, o indaco, a seconda del cielo e della lussuregiante vegetazione tipica della macchia mediterranea, nella Valle di Comino, nel territorio di Picinisco, passando sotto l’antico ponte romano, chiamato Le Branche e attraversando l’incantevole Borgo Castellone, un villaggio-fabbrica (cartiera), simile al San Leucio di Caserta, una volta munito di mulino, frantoio, spaccio di generi alimentari e merci, una scuola e una chiesa. Poco prima ci sono la diga e lago artificiale di Grottacampanaro e una centrale elettrica, la seconda costruita in Europa, che alimentava cartiere e paesi.
Nella piana di Atina, areale dello squisito fagiolo “cannellino dop” e del sontuoso “cabernet doc”, si unisce al torrente Mollarino, le cui sorgenti sgorgano dalle Mainarde, nel Comune di S. Biagio Saracinisco.
Poi prosegue, costeggiando l’antica Cartiera Visocchi e il Mulino storico di S. Nazario a Casalattico.
Infine, dopo il ponte romano nella piana di Casalvieri in contrada Plauto, si immette nelle spettacolari Gole, per confluire poi nel fiume Liri presso Roccasecca.
Riccardi Orazio Paolo