Assieme agli altri edifici gentilizi, Palazzo Bologna struttura il borgo antico racchiuso entro le mura di cinta e caratterizza la sommità del colle ove la parte pianeggiante cede al declivio.
L’edificio fu costruito riutilizzando e ampliando preesistenze di origine medioevale. Nell’angolo delimitato da Via Planca e Vicolo di Mezzo è evidente il recupero di elementi ancora più antichi.
Nel corso del XVIII secolo fu impreziosito da elementi costruttivi rinascimentali, che ritroviamo nella facciata, nei decori e soprattutto nel loggiato, formato da archi ribassati a tutto sesto poggianti su pilastri con base e capitelli.
Al suo interno è di notevole interesse il lovium, una sorta di salotto riparato, arioso e ricco di luce. Degna di attenzione è la scelta dell’angolo a doppia colonna.
Nel Settecento la costruzione assunse l’attuale conformazione architettonica, testimoniata dalla data 1754 scolpita su una delle chiavi di volta dei portoni di Via Discesa della Chiesa.
Dal Diario Palombo (1760-1802) si apprende che fu ultimato nel 1802:
“In questo anno si è dato termine alla parte del Palazzo di Don Giuseppe Bologna, dal di lui figlio Don Ludovico, e propriamente in quella strada che gira per la città, e del vicolo detto dei Marchetti. Questa porzione di compimento di fabbrica si è fatta di sopra due appartamenti, che da gran tempo erano stati fabbricati da Don Giacinto avo di Don Ludovico da circa 45 anni addietro e sino ad ora erano rimasti scoverti”.
Capostipite della famiglia fu Ottavio Bologna. Nei primissimi anni del Cinquecento raggiunse Atina a seguito delle truppe aragonesi che sconfissero i francesi sulle rive del Garigliano (1503) e nell’assedio di Gaeta (1504). Furono con lui il celebre capitano Consalvo di Cordova e alcuni cavalieri – come Coppola, Corsi, Del Tufo, ecc. – che in seguito si stanziarono in città. Nonostante fosse sposato a Cassino, anche Ottavio decise di trasferirsi ad Atina per via della salubrità dell’aria.
Tra gli altri illustri di casa Bologna vanno ricordati:
Pietrantonio Bologna
(XVII secolo)
Uomo di legge e di lettere, fu autore della Cilindra (1655), un’opera che fece rappresentare in città.
Giovan Matteo Bologna
(XVII secolo)
Eletto a capo della Prepositura nel 1636, riuscì a placare la collera di Andrea Francesco di Capua, principe di Rocca Romana, giunto ad Atina con 500 soldati e con l’intenzione di distruggere la città.