Categorie
Senza categoria

Il Maestro Terrisio di Atina

    Terrisio di Atina visse tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo. La sua formazione avvenne nella scuola di retorica di Capua, dove insegnava il celebre Pier delle Vigne, poeta e cancelliere dell’imperatore Federico II di Svevia.

    Il percorso formativo di Terrisio venne completato a Bologna dove fu allievo del Maestro Bene, illustre retore fiorentino capace di impartirgli quelle lezioni di ars dictandi capaci di aprirgli le porte alla corte imperiale. Tale frequentazione è confermata in una lettera del 1238 indirizzata “agli allievi e ai professori di Bologna”.

    Nel 1234 fu designato da Federico II a insegnare retorica e dictamen all’università di Napoli. Gli allievi di Terrisio erano istruiti a scrivere trattati, contratti e lettere in latino, con stile elegante e ricercato. Fondata nel 1224 con carattere di Studium in antitesi all’ateneo “guelfo” di Bologna, quella di Napoli fu la prima Università “ghibellina” d’Italia.
    Tra i docenti annoverava i migliori esperti di artes liberales: grammatica e retorica (arti del linguaggio), dialettica (arte del pensiero), aritmetica, geometria, musica e astronomia (arti del numero). Le arti del numero erano conosciute anche con il nome di Quadrivium, le altre come Trivium.

    Oltre che insegnante, Terrisio fu anche poeta, stilista, epistolografo, cortigiano e funzionario dell’Imperatore. Accanto a lui vissero i più importanti personaggi del tempo, come il cancelliere e logoteta Pier delle Vigne, il giudice della Magna Curia Taddeo da Sessa e lo storico e notaio imperiale Riccardo da San Germano.

    Tra i contemporanei del Maestro Terrisio va ricordato un altro atinate, il nobile Pietro, cancelliere di Papa Gregorio IX (1227-1241) e di Papa Innocenzo IV (1243-1254). Tra le sue opere, uno scritto sul ritrovamento e la traslazione del corpo di San Secondino martire atinate.

    Se Terrisio rivestiva importanti incarichi nella vita dell’Impero, Pietro ricopriva un ruolo di primo piano nella gerarchia papale. Una funzione antitetica perché i pontefici serviti da Pietro si opposero duramente alla politica di Federico II, perché mirava a creare un grande stato mediterraneo, che partendo dalla Sicilia, unificasse tutte le terre italiane, anche quelle pontificie e del nord Italia.

    Lascia un commento