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I vescovi di Atina secondo Pietro Diacono

    Con la morte di Gesù e l’opera degli Apostoli, il Cristianesimo si diffuse a Roma e nel mondo intero per la testimonianza di fervore, di carità e di amore fraterno verso tutti. Le autorità civili e il popolo stesso, dapprima diffidenti, si dimostrarono ben presto ostili alla nuova religione perché rifiutava il culto dell’imperatore e l’adorazione delle divinità pagane. I cristiani vennero accusati di slealtà verso la patria, di ateismo, di odio verso il genere umano, di delitti occulti e di essere la causa di peste e calamità naturali. Di conseguenza, la religione cristiana fu posta fuori legge e perseguitata.

    Le prime notizie di vita cristiana documentata in Valle di Comino risalgono agli anni 389-408 e ci informano di un pellegrinaggio atinate organizzato ogni 14 Gennaio alla tomba di San Felice da Nola. Ciò conferma la presenza di una Chiesa locale fiorente che, assieme ad Aquino, fu tra le prime del Lazio meridionale ad accogliere la nuova religione. A riprova di quanto detto, la fondazione sul suo territorio dei monasteri benedettini di San Nazario, San Mauro, San Valentino, San Benedetto in Clia, San Salvatore in Agnone e dell’Abbazia della Trinità. Fra’ Giacomo da Atina fu religioso più illustre, nella seconda metà del XIII secolo venne nominato vescovo di Bisaccia.

    Pietro Diacono

    Tra il 1128 e il 1120 fu esiliato ad Atina Pietro Diacono, studioso e bibliotecario di Montecassino, reo di aver parteggiato per il deposto abate Oderisio. Attingendo da documenti e leggende popolari, l’illustre benedettino compose un’interessante storia della Chiesa e dei Santi atinati ricca di elementi simbolici e agiografici in linea con le letteratura del tempo.

    Secondo Pietro Diacono le prime tracce cristiane in Val di Comino sono da ricercarsi nel passaggio di San Pietro diretto a Roma. Sostando ad Atina conobbe Marco Galileo, un suo conterraneo, che convertì e nominò più tardi primo vescovo di Atina.

    Con la diffusione del Vangelo aumentarono le persecuzioni. In questi anni oltre a San Marco, furono uccisi gli atinati Passicrate, Nicandro, Marciano, Daria e Giuliano. Nel corso della quinta e della nona persecuzione, furono uccisi anche Caro (29 Aprile) e Prudenzio (1 Aprile), entrambi vescovi di Atina.

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