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Storia

La “scandalosa” Giulia figlia di Augusto

    Giulia, nipote di Senzia, della famiglia dei Senzi Saturnini di Atina.

    L’unica figlia dell’imperatore Augusto, passata alla storia per i suoi “costumi licenziosi”, ma anche per essere stata in qualche modo la prima “femminista” perché ribelle ed anticonformista.

    Nacque dal matrimonio, celebrato nel 40 a.C., del giovane Ottaviano, non ancora diventato imperatore, con Scribonia, figlia di Lucio Scribonio Libone e di Senzia, della famiglia dei Senzi Saturnini di Atina.


    Si trattò sicuramente di un matrimonio politico perché Scribonia era anche cognata, tramite una sorella con lo stesso nome, di Sesto Pompeo, figlio di Pompeo Magno.

    In quella fase cruciale per le sorti di Roma, Ottaviano, infatti, aveva bisogno di una tregua nella guerra civile che vedeva coinvolti anche altri personaggi del calibro di Marcantonio, Lepido e Bruto e Cassio che alle idi di marzo del 44. a.C. si erano resi protagonisti dell’uccisione di Giulio Cesare.

    Questo matrimonio durò appena un anno. Infatti, subito dopo la Pace di Miseno, con la quale Ottaviano si garantì i rifornimenti di grano per la città di Roma offrendo a Sesto Pompeo la Sardegna e la Corsica, e tre giorni dopo la nascita di Giulia (30 ottobre del 39 a.C.), il futuro imperatore ripudiò la moglie legittima e sposò Livia Drusilla.

    Giulia crebbe nella casa paterna, educata secondo uno stile di vita frugale e austero. Mantenne comunque i rapporti con la madre Scribonia, che le fu vicina sia nei momenti buoni che in quelli più tristi della sua vita.
    All’età di quattordici anni, il padre, diventato Augusto (il nome fu proposto al Senato da Lucio Munazio Planco nel 27 a.C.) e ormai indiscusso Imperatore di Roma, la mandò in sposa a Marco Claudio Marcello, suo cugino in quanto figlio della zia Ottavia, ma questi morì giovane ad appena 19 anni. Allora Augusto, senza perdere tempo, la sposò all’arpinate Marco Vipsanio Agrippa, di venticinque anni più grande di lei. Agrippa era il suo miglior generale. Come ammiraglio in capo vinse la battaglia navale di Azio (2 Settembre del 31 a.C.), consentendo al giovane Ottaviano di prevalere nello scontro epico con Antonio e Cleopatra.

    Da Agrippa ebbe cinque figli, fra i quali Agrippina Maggiore, madre del futuro imperatore Caligola e Giulia Minore, nonna del futuro imperatore Nerone.

    Dopo il matrimonio, Giulia incominciò ad assumere atteggiamenti poco conformisti. Iniziò a frequentare circoli letterari alla moda, a vestirsi in modo eccentrico, a circondarsi di un codazzo di corteggiatori, alcuni dei quali furono premiati dalla loro assiduità, anche se le sue attenzioni furono maggiormente rivolte al cugino Iullo Antonio.

    Dopo l’improvvisa e prematura morte di Agrippa (aveva 51 anni), l’imperatore la sposò a Tiberio, figlio della moglie Livia Drusilla, nato da un precedente matrimonio con Tiberio Claudio Nerone.

    Ma i rapporti fra i due non furono mai buoni e, anche dopo il rientro di Tiberio dall’esilio volontario che si era concesso all’isola di Rodi, Giulia continuò a fare la sua vita dissoluta e ricca di pericolose frequentazioni di personaggi, come lo stesso Iullo Antonio, che auspicavano il ritorno al regime repubblicano.

    “Giulia fu la prima
    femminista della storia.”

    Ciò fino al 2 a.C. quando fu accusata dal padre, con una durissima lettera al Senato, di numerosi atti di adulterio e di essere una vera e propria prostituta e, lo stesso, di suo pugno, sciolse il matrimonio con Tiberio. L’accusa più pesante doveva essere quella di congiura ma non fu mai pronunciata per non creare un grande allarme fra la popolazione. I congiurati comunque furono perseguiti e lo stesso Iullo si suicidò.

    L’esilio

    Giulia fu relegata in esilio a Ventotene, dove fu amorosamente accudita dalla madre Scribonia. Poi fu trasferita a Reggio Calabria, dove il suo regime di esilio fu leggermente attenuato fino a quando, dopo la morte di Augusto nel 14 d.C., diventato imperatore, l’ex marito Tiberio le confiscò i suoi beni e la costrinse a vivere in uno stato di indigenza che, nel giro di pochi mesi, nello stesso anno, la portò alla morte.

    Da Senzia, quindi, ebbe origine una delle progenie più conosciute e discusse nel panorama storico-culturale mondiale. Dalla “scandalosa” Giulia alla “virtuosa” Cornelia avuta da Scribonia in un altro matrimonio con Publio Cornelio Scipione Salvitone.
    Dai promettenti principi Caio e Lucio Cesare morti prematuramente e forse assassinati, agli “estroversi”, a dir poco, Caligola e Nerone.
    Da Giulia Minore, adultera come la madre ed esiliata dal nonno Augusto alle Isole Tremiti, alla virtuosa sorella Agrippina Maggiore, vedova irreprensibile di Germanico Cesare, anch’egli morto avvelenato.

    Senzia, inoltre, apparteneva alla famiglia dei Senzi Saturnini di Atina, che diede all’impero ben 4 consoli nell’arco di 60 anni (da Caio Senzio nel 19 a.C., in piena epoca augustea, a Cneo Senzio, nel 41 d.C., imperante Caligola, che fu ucciso proprio pochi giorni dopo, nello stesso anno).

    Sommando i quattro rami familiari più importanti, ovvero quello di origine, i Sentii Saturnini, quello dei Liboni, acquisito tramite il matrimonio con Lucio Scribonio Libone, quello dei Giulio-Claudi e quello dei Pompeii, Senzia può annoverare oltre una quindicina di consoli nella tarda Repubblica e nella fase iniziale dell’Impero Romano.

    Riccardi Orazio Paolo

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