Marco di Atina detto Galileo, fu contemporaneo di Gesù e originario della Galilea.
Giunto alla maggiore età, dopo un lungo viaggio, arrivò ad Atina. Qui, ospite del nobile e ricco Palaziano, il più illustre di tutta la città, che aveva accolto l’apostolo Pietro proveniente da Antiochia diretto a Roma, ricevette il battesimo e si mise al seguito dall’apostolo, divenendo suo stretto collaboratore nella predicazione.
Lo portò con sé a Roma, dove iniziò una difficile opera di evangelizzazione. Visto l’impegno del giovane, Pietro lo premiò nominandolo Vescovo di Atina.
La Chiesa ci racconta che quando tornò ad Atina, vide una statua del dio Giano cui veniva reso culto idolatrico e la polverizzò con un segno di croce.
Accolto in casa di Palaziano, che aveva perso la moglie, lo consolò e, parlando delle caducità della vita mortale e della felicità eterna, lo convertì alla fede cristiana con altri cinquantasette familiari e diede loro il battesimo.
San Marco commutò un tempio dedicato a Giove, che era vicino il Palagio di Palaziano, consacrandolo in onore del Principe degli Apostoli, che ancora oggi viene ricordato come primo tempio delle fede dagli Atinati. Qui il santo vescovo istituì sette presbiteri e altrettanti diaconi.
Iniziò a combattere il paganesimo distruggendo i templi pagani e convertendo un numero sempre maggiore di persone: si dice che convertì cinquemila persone. Di risposta, i sacerdoti pagani lo denunciarono al proconsole romano Massimo e all’Imperatore Domiziano, che ordinò una feroce persecuzione contro i cristiani.
Nonostante lo spargimento di sangue, Marco continuò il suo impegno pastorale esortando tutti alla fede e compiendo numerosi miracoli.
Il martirio
Per mettere fine a questa resistenza, fu decisa la sua cattura. Il 28 Aprile (die natalis), dopo averlo torturato, fu processato e ucciso con dei chiodi nel capo (96 ca). Qualche anno più tardi, Atina fu colpita da due terribili flagelli: la siccità e l’invasione dei lupi.
Il 1 ottobre, San Marco si manifestò e salvò la città, che lo acclamò patrono. Ogni anno in occasione della ricorrenza, gli atinati lo onorano con solenni festeggiamenti.
I suoi resti mortali, un tempo conservati nella collegiata di Santa Maria nel cimitero, nel dopoguerra furono traslati nella Cattedrale Santa Maria Assunta.
La data del 1 Ottobre corrisponde alla dedicazione della cattedrale a Santa Maria Assunta che ospita le reliquie e la statua del santo dopo la distruzione, durante il II conflitto mondiale, della chiesa a lui dedicata.
Prima della Seconda Guerra Mondiale, il primo Ottobre, la statua del santo veniva traslata in processione presso la chiesa maggiore dalla chiesa di San Marco, sita presso la collegiata di Santa Maria, presso l’attuale complesso cimiteriale nella cui area sorse, nel medioevo, la chiesa di San Pietro.
Altre fonti letterarie
Si ringrazia la Biblioteca Comunale di Atina nella persona di Mario Riccardi
“All’III.mo e Reverendissimo Mons. Tolomeo Gallio vescovo di Como.
Vita di S. Marco Galileo vescovo e martire, patrono della citta di Atina – Pietro Paolo Flori – Roma: Tip. Filippucci, 1902 42 p., 1 ritr. ; 16 cm
Quando gli anni addietro io fui con V. S. III.ma nella sua città di Atina, lessi con molto mio gusto, certe antiche memorie, diligentemente conservate da quel popolo, di molti gloriosi Santi suoi Protettori, dei quali gode le reliquie. Ne presi copia, e conferendola con altri autori, l’ho ridotta come in compendio nel nostro idioma volgare, per comodità di quelli, che non intendono il latino.
Roma, lì 20 giugno 1599, Pietro Paolo Florj
Paragrafi:
– Descrizione della terra d’Atina, suo sito e origine;
– Vita di San Marco Vescovo e Martire e Protettore di Atina;
Come Pietro venne in Atina, e fu ricevuto in casa di Palaziano ove riconobbe il suo patriota Marco;
– Quali furono gli esercizi del Beato Marco, dopo ch’ebbe ricevuto il battesimo, e come se ne andò con S. Pietro a Roma;
– Come il Beato Marco fu da S. Pietro eletto e consacrato Vescovo di Atina;
– Come fu accusato il Beato Marco perché distruggevano i Templi degli Dei;
– Come il Beato Marco fu incarcerato, e l’esame che gli fu fatto;
– Come fu sentenziato alla morte il Beato Marco, ed eseguita la sentenza;
– Come con stupendo miracolo il Glorioso S. Marco, si manifestò Protettore di Atina, e della solennità a suo onore istituita.”
“Nell’ottobre del 1895 teneva pur troppo divertiti gli Atinati una compagnia comica napoletana che, di tanto in tanto, tra le buffonate di Pulcinella, rappresentava drammi e tragedie di pregiati autori.
Allora gli Atinati videro sulla scena MARCO DI GALILEA SOTTO DOMIZIANO.
Molto di buon viso l’accolsero, e per il soggetto perché riguardava il martirio del loro primo Vescovo e Protettore; e per la forma, perché dettata dal valente poeta estemporaneo Salvatore Concialini da Siena, il quale, con molta arte, v’introdusse personaggi discendenti da illustri famiglie di Atina, ricordando piacevolmente in parecchi luoghi, gloriosi fatti della storia Atinate; ed infine per i modi naturali ed espressivi dei bravi attori.
Atina, nel 1895, celebrò con molta pompa il 18° centenario del martirio di Marco di Galilea; ed in quella occasione rappresentata nel teatro SATURNO la presente tragedia, la quale ,l’anno seguente, fu ripetuta, con molto plauso, da alcuni bravi giovani studenti di Atina. Gli Atinati debbono essere molto grati al rev. Can. Don Luigi Mancini, il quale salvò, molti anni or sono, in mezzo a carte vecchie destinate a distruggersi, l’opera del Concialini.
Salvatore Concialini nacque a Siena, il suo nome si trova ricordato tra i componenti dell’Accademia degli Impiumati che ebbe vita dal 1793 al 1795 ed era composta dai migliori 10 giovinetti di età non maggiore degli anni dieci, inclinati al soave suono della melodiosa poesia.
Di poi il Concialini per vivere andò vagando di città in città fino a trovarsi ad Atina dove nell’Aprile del 1836 dettò in tre giorni la tragedia Marco di Galilea sotto Domiziano.
Argomento della tragedia
Nel 95 dell’era volgare, nella fiera persecuzione bandita contro i Cristiani dall’imperatore Domiziano, Marco di Galilea, intronizzato primo Vescovo di Atina da S. Pietro, fu decapitato, sotto Massimo, proconsole romano in Atina.
Marco di Galilea sotto Domiziano : tragedia in cinque atti – Salvatore Concialini – edita per cura e con note di Pietro Vassalli
Caserta: Stab. Tipo-Litografico Salvatore Marino, 1902
pagine 65